Lo Zen e l’Arte del Wet Shaving

La società contemporanea sta vedendo un costante aumentare dei suoi ritmi, al costo di un conseguente diminuire dei tempi e delle dimensioni dell’individuo.

La richiesta di produttività, il multitasking costante, la digitalizzazione globale.

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Mentre da un lato le innovazioni tecnologiche e sociali hanno portato ad una grande diminuzione delle distanze e ad un, almeno potenziale, enorme aumento produttivo, dall'altro gli spazi personali si stanno stringendo sempre più.

“Welcome to the machine”, cantavano i Pink Floyd anni fa. Quella macchina di cui siamo tutti partesta sempre più risucchiando la nostra dimensione individuale.

Dove cercare la cura? La cura, a modesto parere di chi scrive, risiede nel trovare delle piccole fughe, dei minimi spazi che ci appartengano. Delle oasi a dimensione d’uomo in cui si possa rallentare, staccare gli ingranaggi della mente.

Il Wet Shaving può fornire proprio questo e molto bene se ne presta. Una manciata di minuti in cui non si pensa ad altro che ai profumi, alle sensazioni, alla precisione nel gesto.

Una “cerimonia del tè” dei tempi moderni, un “kata” del ventunesimo secolo.

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Un momento in grado di riportare l’uomo dentro sé stesso e fuori dalla società.

Anche se solo per qualche minuto, quei minuti contano come grani d’oro nella clessidra del tempo di una giornata stressante. Si scelgono i prodotti che si preferiscono, si prepara il viso e si parte. Il massaggio del nostro pennello preferito, il profumo di un nuovo sapone, il rumore dell’acqua.

"Un piccolo planetoide personale dove tirare fiato in una grande galassia di cose da fare".

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